Benritrovati augusti lettori di questa raccapricciante WEBNOVELA supertrendy sadomasotrash, giungiamo oggi al 12esimo episodio nel quale Gabriela e GPM raggiungeranno la loro meta.
In realtà la gita era una scusa per nascondere la sorpresa poiché, il centro commerciale è di quei centri che sono attaccati al famosissimo negozio di mobili svedese dal nome IKEA.
Infatti la sorpresa architettata da GPM era proprio questa: portare Gabriela all’IKEA.
Un vero ed unico atto di amore e devozione, una prova estrema che solo i mariti o i fidanzati molto collaudati possono affrontare e molti di loro non sopravvivono.
E così, dopo essersi fermati nell’area di servizio ed essersi riassettati un po’, nonostante la camicia di GPM sia decorata da qualche evidente macchia nera, i nostri imbecillissimi protagonisti raggiungono il parcheggio dell’IKEA.
Gabriela non appena vede l’insegna del negozio da lontano, entra in modalità gatta che fa le fusa e comincia a fantasticare di portarsi a casa quella cornicetta, tanto carina o quella pianta, oppure ancora quel copridivano che ha visto sul sito online…
Deve assolutamente chiamare la sua amica Rosangela per raccontarle l’incredibile sorpresa di cui è protagonista. Infatti chiama immediatamente.
Gabriela non sta zitta un attimo, mentre GPM gira nel parcheggio cercando posto, lei continua a raccontare a Rosangela il suo entusiasmo ed ad elencare gli acquisti strepitosi che farà, quando ad un certo punto viene assalita da un dubbio e si rivolge a GPM con aria interrogativa.
G: ma ci entrerà tutto quanto nella tua macchina? I sedili di dietro si ribaltano? Il portabagagli è abbastanza grande?
GPM: dipende, spero che non vorrai comprare cose grandi…
G: tu mi hai invitato, non ti tirerai indietro adesso?
GPM: no, ma non è la mia auto e quindi ti prego cerca di essere cosciente…
G: vado in palestra apposta, infatti guarda che cosce sode… ho detto guarda e non tocca!
Finalmente GPM scorge un parcheggio che si libera e riesce a sistemare l’auto che è un po’ sbilenca dalla parte anteriore destra, a causa del ruotino più piccolo.
Scesi dall’auto i nostri due minorati protagonisti si dirigono verso il negozio di IKEA, che appare come un miraggio a più di un chilometro di distanza.
Gabriela non smette di parlare con Rosangela, che le sta dando preziosi consigli su cose CARINISSIME che deve vedere ASSOLUTAMENTE, ma la strada da fare è tanta e GPM avanza con passo sostenuto e deciso.
Gabriela dopo un po’ va in affanno e si rivolge a GPM con aria di rimprovero.
G: ma lo potevi trovare più vicino ‘ sto parcheggio… E vai pianooooooooo
Lui la guarda laconico e non risponde rallentando il passo, mentre il suo sguardo va all’edificio dell’IKEA che si avvicina progressivamente con il loro avanzare ed immagina già l’interminabile tragitto che dovrà compiere, lungo il serpentone del percorso previsto. Per un attimo ha un tuffo al cuore, si sente perduto, asfissiato, ma poi riprende subito il suo ineffabile aplomb.
La domenica è noto che l’IKEA è presa d’assalto in massa, all’ingresso dovrebbero scriverci: lasciate ogni speranza voi che entrate!
Ecco finalmente i nostri due balordi protagonisti varcare la soglia della porta girevole ed imboccare la scala mobile che porta al piano superiore, dove avrà inizio questa via crucis.
Gabriela ha terminato la conversazione con Rosangela con la promessa che la chiamerà se avrà qualche dubbio o perplessità e le invierà mms con foto degli articoli CARINISSIMI che di sicuro troverà.
Il negozio si presenta strapieno ed il percorso ingolfato da una folla formicolante con carrelli e carrozzini per bambini, buste gialle e buste azzurre, donne con il naso all’insù e uomini annoiati attaccati a carrelli luccicanti.. Nella prima zona, quella dedicata ai soggiorni, i divani sono pieni di uomini esausti che fingono di provare il prodotto, mentre i loro visi sono appassiti e consumati.
Gabriela è in un brodo di giuggiole, saltella come un’oca giuliva lanciando gridolini appassionati quando vede una tenda o un oggetto qua e là. Tiene GPM a braccetto e lo trascina verso ogni cosa che attrae la sua curiosità, elencandogli le straordinarietà di questo e di quell’altro.
GPM sorride ebete, in modalità salvaschermo, e passivamente cerca di sopravvivere all’ondata umana in cui è costretto a nuotare, con Gabriela che lo sbatacchia avanti ed indietro.
Dopo aver passato più di un’ora a scandagliare il reparto soggiorno ed avere trovato più di qualcosa di ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE, Gabriela si accorge di non avere l’apposito modulo né la matita e, cosa ben più grave, di non avere un carrello. A questo punto ordina perentoriamente a GPM di attrezzarsi alla bisogna e lo manda in missione, nella folla controcorrente.
GPM si immola senza un gemito e corre (si fa per dire) verso l’ingresso annaspando fra carrozzini, carrelli e bambini impazziti con mamme rincorrenti.
In certi casi gli orologi sono fallaci e menzogneri, infatti, nonostante il tempo reale per andare e tornare carrellomoduloematitamunito, sia di appena 22 minuti, a GPM è parso di attraversare per mesi interi infiniti continenti.
Al suo ritorno al punto di partenza, ovvero dove si sono lasciati con Gabriela e dati appuntamento, la nostra protagonista dalla frangia arancione è scomparsa.
GPM attende paziente. Guarda il telefonino se ci sono sms, poi il suo occhio cade su di un divano poco distante di un soggiorno in mostra. Si guarda intorno, di Gabriela non c’è traccia. Si avvicina furtivo al divano trascinandosi dietro il carrello e finalmente si siede. Il suo sguardo incrocia quello di un altro uomomaritofidanzato spossato che era intento nella sua stessa azione, ma è arrivato troppo tardi e lo guarda invidioso, mentre sua moglie lo tira per un braccio apostrofandolo di muoversi.
GPM finge di provare la comodità del divano allargando le braccia e stendendo le gambe, mentre una signoramammmamoglie passa guardandolo disgustata.
Finalmente solo, per qualche momento, GPM guarda lo scorrere lento del serpente umano e sullo sfondo il reparto sala da pranzo e più giù ancora quello studio ufficio.
Stravaccato sul divano GPM respira, è stordito, ogni volta che incontra Gabriela lei lo travolge, sconvolge, rivolge… Il serpente di gente continua la processione, come in un girone infernale.
Lentamente si perde fra i suoi pensieri e le palpebre si abbassano, lui cerca di resistere, ma cullato dalla folla formicolante, dai rumori che si fanno lontani, sprofonda nel sonno e russa, si russa come un trombone ad intermittenza, nella pace del suo oblio.
G: ma dove ti eri cacciato è più di mezz’ora che ti cercooooooooooooooooo
GPM riemerge dal sonno profondo con la starnazzante voce di Gabriela.
GPM: aiuto! Che è successo? Dove sono?
G: stai russando su di un divano dell’IKEA, ecco dove seiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
GPM: oddio mio! Scusa, non so come sia potuto succedere io…
G: ma vi fanno con lo stampino a voi uomini? (si porta le mani sui fianchi, stile lavandaia) Allora dov’è il carrello?
GPM: (guardandosi intorno alla ricerca del carrello che non c’è più) ma veramente era qui! Sono sicuro mi ricordo… Ho attraversato quell’oceano di gente per prenderlo e….
G: e te lo sei fatto fregare mentre russaviiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii? Ma io non lo so dove ti ho trovato… Al mercato delle pulci? Forse ha ragione Bruno!
GPM: ma io penso…
G: mai io penso, ma io penso… Zitto e non pensare! Ora vai a prendere questo benedetto carrello o no?!
GPM, di nuovo ed ancora senza un lamento, si alza e si tuffa nella folla che è sempre più lenta ed addormentata, alla conquista di un nuovo attrezzo semovente, quando con la coda dell’occhio vede un carrello solo e vuoto. Improvvisamente cambia direzione e si avvicina al carrello impossessandosene e immergendosi rapidamente nella folla verso Gabriela.
Una signora raggiunge il posto dove aveva lasciato il carrello e non lo trova. Si ferma guardandosi intorno ed imprecando contro ignoti.
Nel frattempo GPM ha raggiunto radioso Gabriela che ha fra le braccia una quantità di prodotti raccattati qua e là e li lascia cadere nel carrello, con grande sollievo.
G: alla buonora bell’addormentato all’IKEA!
GPM non commenta, abbassa la testa e segue Gabriela con abnegazione, rientra in modalità salvaschermo con sorriso beota e pensa fra sé al destino infame che lo attende, ma si sa che ognuno è artefice del proprio destino.
Gabriela, nelle ore successive, riempie il carrello con una quantità di oggetti ed oggettini e decide di portarsi a casa un paio di comodini ed un divano letto in scatola di montaggio, appuntando il tutto meticolosamente sull’apposito foglietto, con lo scaffale e la posizione, per poi prendere il tutto all’uscita. A un certo punto una perplessità le attraversa la capoccia vuota.
G: ma ci entrerà il divano letto nella nella tua auto?
GPM: non è mia l’auto, ma mi sembra che il divano letto sia troppo?
G: ah ecco mi pareva. Mi porti all’IKEA allora per fare cosa, se neanche un divanuccio posso comprare? E’ in scatola di montaggio, vedrai che entra, entra, io mi faccio piccola piccola…
Nel frattempo sono giunti alla fine del percorso al primo piano e GPM non osa neanche immaginare cosa succederà al piano di sotto, fra lenzuola, oggettistica, cose per la cucina, specchi, cornici e piante. Il carrello già trabocca e GPM ha un’aria davvero affranta.
GPM: senti vai pure avanti che io devo andare in bagno un momento e torno.
G: come devi andare in bagno? E questo carrello pesantissimo chi lo spinge?
Lui la guarda con l’aria di chi non ha scelta e lei alla fine accondiscende dicendogli che lo aspetterà nel primo reparto quello di accessori per la cucina e lo redarguisce di far presto.
GPM raggiunge il bagno dell’IKEA e si mette in fila per entrare in quello degli uomini.
Intorno a lui i visi distrutti dei suoi simili, lo gettano nello sconforto più totale.
Nel frattempo pensa. Pensa agli anni con sua moglie ed a tutti gli ordini che ha ingoiato. Pensa al viso di Gabriela, tanto entusiasta ed idiota ed alla sua espressione da strega, quando senza alcun diritto lo tratta come un marito indolente…
Dopo circa 10 minuti riesce a raggiungere un orinatoio e si libera, ma intanto dentro di lui si è progressivamente installata una procedura di ribellione.
Esce dal bagno decisamente più leggero e, dopo essersi accertato che Gabriela non è fuori ad aspettarlo, prende di scatto la via dell’uscita e raggiunge l’auto alle pendici dell’Himalaya, sale e si dilegua come un sol’uomo.
E fugge via, con un latente senso di colpa, misto al sadico pensiero di lasciare Gabriela da sola con l’enorme carrello ripieno nell’oceano di gente all’IKEA di domenica sera.
Oramai il dado è tratto e GPM accelera libero e leggero sulla strada che lo riporta a casa.
Cosa succederà ora?
Cosa farà Gabriela quando capirà di essere rimasta sola con tutti i suoi sogni da comprare all’IKEA?
Si pentirà GPM e tornerà indietro a raccoglierla?
GABRIELAAAAAAAA
Lei amava lui, lui amava lei,
ma non si amavano fra loro.
Arrivederci al prossimo episodio.