Ci hanno rubato le fontanelle
Category : giornalismo
Testata –Il Quotidiano- 28 09 2006
Abbiamo cercato le antiche fontanelle bianche che a dozzine abbeveravano i baresi.
Di Massimiliano Cocozza
Bari, una splendida mattinata di settembre, decido di uscire in bicicletta per godermi il solleone, agli albori di un autunno che sembra ancora lontano. Lungo via Fanelli scendo pedalando con movimenti sciolti, sotto il sole che surriscalda l’aria profumata di pane appena sfornato. Dopo alcuni minuti raggiungo il Campus dell’Università e, fra le auto in coda, una pedalata dopo l’altra, raggiungo l’incrocio di via Re David con via Enrico Toti. Il sole cocente ed il movimento, insieme ai gas di scarico delle auto ed alla polvere, mi hanno seccato la gola e provocato un’arsura incalzante. Mi fermo. Si, andrò a dissetarmi ad una fontanella. Nella mia mente appare la bianca fontanella in via Maria Cristina di Savoia all’angolo con via Pisacane. E’ a pochi passi da qui, imbocco pedalando la via e mi fermo poco più avanti, proprio di fronte alla chiesa, della fontana non v’è traccia. Come se non ci fosse mai stata. Chiudo gli occhi e rivedo le vecchiette vestite di nero che riempivano le bottiglie di acqua nella caligine dell’estate, proprio li in quella piazza, accanto alla salumeria ad angolo. Ma questo breve rimpianto viene risvegliato dalla mia sete galoppante e, con la mente, frugo nella memoria fotografica alla ricerca di un’altra fontana nei pressi. Ho una folgorazione: Via Nizza. Ricordo la strada del mercato con le sue fontane che sono almeno 3 o 4. Nella mia memoria scorrono immagini di garzoni che risciacquano i polipi prima di arricciarli nei cesti di vimini. Inforco la bicicletta ed in qualche minuto imbocco da via Re David, via Nizza che è in piena attività commerciale. Dietro le bancarelle qualcuno canta il suo ritornello di venditore “a due euro e 95, frisch’ e bell’ a due e novantacinque, forza signore”, ma l’atmosfera è rarefatta ed educata, è un pallido ricordo del frizzante mercato di un tempo. Sceso dalla bicicletta cammino cercando la fontanella, passo il primo, il secondo ed il terzo incrocio, ma di fontanelle non v’è traccia. Non è possibile, mi dico. Chiedo ad un fruttivendolo anziano e quello mi risponde che non ce ne sono più in tutto il quartiere da anni. Rimango esterrefatto. I miei occhi di assetato si posano su di un’insegna: Bar. Ecco potrei prendere un bicchiere d’acqua in un bar.. No. Voglio bere alla fontana! Resisterò! Cerco nella memoria e ricordo alcune fontane in viale Della Repubblica, e poi in Corso Sicilia, via Giulio Petroni, ma niente! Le mie ricerche sono vane. Non mi do per vinto e vado in centro e percorro tutte le strade: via Crisanzio, via Nicolai, via Dante, via Principe Amedeo, via Putignani, su e giù così fino a P.za Massari, ma di fontane neanche l’ombra. Non una delle fontane che conservavo nella memoria era rimasta a dissetarmi. Ma possibile che sono tutte scomparse e nessuno ne ha parlato, nessuno ha protestato? Dopo un’indagine più accurata, ho scoperto che ci sono alcuni punti della città, dove ci sono delle moderne fontanelle a zampillo o in ghisa; ma delle antiche ed insostituibili fontanelle in ghisa col nasone marchiate Acquedotto Pugliese, con la piccola corte in pietra bianco-giallognola, consumata dal tempo ed il rubinetto con una molla durissima, neanche una sola traccia. L’unico posto dove sopravvive qualche esemplare è la città vecchia, ma la maggior parte sono in disuso anche li. Chi è stato, quando e come ed in base a quale decreto sono state eliminate, nessuno sa rispondere. A me non resta che andarmene tristemente in un bar, e bere la mia acqua, pensando che, insieme a Punta Perotti abbattuta in diretta sotto i riflettori della tv e del web, a spese del cittadino, 570 i milioni di Euro il risarcimento richiesto; hanno anche eliminato, nel silenzio più assoluto, per sempre le fontanelle antiche di Bari e non ce le potrà ridare più nessuno.